immobile ereditato tasse

Immobile ereditato tasse: chi deve pagare e quanto?

L’argomento “immobile ereditato tasse” coinvolge tantissime persone in un momento particolare. Cioè a seguito di un lutto di una persona cara. Oltre a tutto ciò che riguarda le esequie, potrebbe esserci un lascito, un testamento che vi coinvolge direttamente.
Per questo motivo abbiamo raccolto una serie di informazioni utili, in una guida alle imposte che riguardano gli eredi.

Tutto ciò che riguarda immobile ereditato tasse

Quando un defunto lascia in eredità un patrimonio, le persone coinvolte devono pagare la tassa di successione. Si tratta di un’imposta da pagare, in base alla dichiarazione di successione presentata all’Agenzia delle Entrate.
Fortunatamente, finora, le aliquote in Italia sono abbastanza contenute. Questo anche grazie alle franchigie che esonerano gli eredi dall’imposta di successione.

Immobile ereditato tasse: la successione

A questo punto ci occupiamo della tassa di successione. E cerchiamo di rispondere a tutte le domande che riguardano questo argomento.
Quanto si paga per immobili e terreni ereditati? A quanto ammonta la franchigia?
Nel 2020 non sono stati previsti aumenti per la tassa di successione. Anche se, nella legge di Stabilità 2015, era stato preventivato un innalzamento delle aliquote dal 4 al 5% per i parenti in linea retta. E inoltre dal 6 all’8% per altri congiunti, al 10% per gli eredi stranieri. Era preventivato, per esempio anche un abbassamento della franchigia dal milione di euro attuale per coniuge e figli a una cifra compresa tra 200 e 300 mila euro.
Fortunatamente questi aumenti non sono stati attuati, neppure con la nuova legge di Stabilità.
Tra le informazioni utili parliamo di novità introdotte sull’argomento immobile ereditato tasse. Per esempio l’esonero da parte degli eredi di presentare la dichiarazione di successione sotto i 100.000 euro.

Il “Decreto semplificazioni”

D quanto è entrato in vigore il cd.  “Decreto semplificazioni” (D. Lgs n.175 del 21/11/2014) non è più obbligatorio presentare la dichiarazione di successione in un determinato caso. Quando, cioè, il valore dell’eredità, lasciata dal defunto al coniuge e a parenti in linea retta, non supera i 100 mila euro. E se non include beni immobili o diritti immobiliari.

Facciamo un esempio

Nel caso sia il marito a mancare, sono moglie e figli che ereditano il patrimonio. Se l’eredità è al di sotto dei 100.000 euro e non include case, negozi, terreni intestati al marito, oppure non ci sono diritti immobiliari, non è necessario fare la dichiarazione di successione, entro un anno.
Grazie a questa semplificazione, le successioni, se il valore è modesto, sono molto più semplici. Prima di questo decreto il limite ammontava ad appena 25.000 euro.
In più, per il principio del favor rei, in base ai nuovi limiti, non ci sarà alcun tipo di sanzione per omessa dichiarazione di successione nei termini, da parte degli eredi che rientrano nella nuova soglia. Cioè al di sotto dei 100.000 euro.
Per pagare la tassa di successione è oggi obbligatorio il versamento tramite modello F24. La dichiarazione di successione si fa online utilizzando i software per la compilazione del modello. Tale modello è utile anche per calcolare le tasse di successione, ipotecaria e catastale.

In cosa consiste l’imposta di successione?

La tassa riguarda le persone che ricevono un’eredità, sia che si tratti di un patrimonio mobiliare o immobiliare. O anche un diritto reale.
Nel caso l’eredità ammonti a un certo valore, l’imposta va pagata in sede di presentazione della dichiarazione di successione.
La tassa era stata abolita nel 2001, poi reintrodotta dal 2006 e ora colpisce i trasferimenti di proprietà di beni o diritti reali lasciati dalla persona defunta.
L’imposta va a colpire il patrimonio ereditato, perciò la differenza tra attivo e passivo, in caso il defunto avesse lasciato dei debiti.

Quali beni sono tassabili?

Beni immobili di ogni tipo come fabbricati (case, negozi, immobili strumentali) terreni agricoli o edificabili.
Beni mobili, incluse banche, gioielli, opere d’arte, conti correnti bancari e postali. Oltre a denaro, investimenti come ad esempio azioni, obbligazioni, fondi fiduciari, vita…
Anche le aziende e le partecipazioni di società di qualsiasi genere, fatta eccezione per i casi di esenzione previsti.

Chi deve pagare la tassa di successione? E in quali tempistiche?

La denuncia va presentata all’Agenzia delle Entrate, entro un anno dal decesso. A meno che il valore dell’eredità sia inferiore a 100.000 euro e che non ci siano beni immobili o diritti immobiliari.
Nel caso si debba presentare la dichiarazione è l’Agenzia delle Entrate che calcola la tassa di successione, tenendo conto delle franchigie. E cioè delle soglie di esonero dall’applicazione della tassa che sono molto alte e ammontano a 1 milione di euro.
Quindi coniuge e figli, parenti stretti devono pagare l’imposta solo per la parte che eccede la franchigia di un milione di euro.
Perciò se il genitore lascia una casa in eredità al figlio, l’erede non deve pagare la tassa di successione. Sempre che il valore catastale dell’immobile non superi la franchigia.

Quando si supera la franchigia?

In caso invece il valore la superi, il figlio dovrà pagare l’imposta sulla parte in eccesso. E l’aliquota da applicare è del 4% più l’imposta catastale e ipotecaria, perchè si tratta di un immobile in successione.
Per fratelli e sorelle del defunto, l’imposta di successione va pagata se il patrimonio dell’eredità supera la franchigia di 100.000 euro. Se  lo supera, va applicata l’aliquota del 6% sulla parte eccedente.
Cosa capita se a ereditare sono altri parenti fino al 4° grado, affini in linea retta, affini in linea correlata entro il 3°? Se si tratta cioè di zii, nipoti, cugini di primo grado, suoceri e cognati non esiste franchigia e l’aliquota è pari al 6%.
Non esiste franchigia per il convivente e si applica l’aliquota all’8%.
Per eredi disabili la franchiglia prevista è pari a 1.500.000 euro.

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